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al testo di Laura Turra
Quasi un pudore
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Profondo di desiderio il venire a te, un restare vibrante in attesa che risponda all’appello la voce. In nome di una fame ti cerco, Amore. Fermo il corpo nel silenzio notturno degli alberi trafitti dal buio, dove solo bisbiglio è il suono. Come una mano mi apro al tuo tocco, piano, come il salire dell’alba, luce appena accennata, quasi un pudore prima del sole.
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Laura Turra
- 12/04/2019 04:14:00
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Cara Franca, grazie delle tue parole a commento dei miei versi, ma soprattutto per la cura e l’amore con cui nutri il bene comune della Poesia. Un abbraccio
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Franca Colozzo
- 11/04/2019 22:24:00
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Una poesia delicata come sempre sono le tue, Laura, con una marcia in più per la descrizione pudica di un amore che, al pari dellalba incipiente, saccende ben presto del calore del sole nascente. Il preludio amoroso sapre timidamente allattesa e tutto appare sospeso, anche il respiro affamato damore. Lho sentita come una trafittura nel buio che si schiude alla luce. Un saluto affettuoso. Buona notte.
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Laura Turra
- 09/04/2019 14:59:00
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Gil, con occhi di commozione ti dico grazie, per come sai leggere le mie parole e portarle al vivo, per come le sai accogliere, nutrire e spalancare. Avere la tua attenzione è un prezioso dono. Ti abbraccio forte, a lungo, sempre.
Lino, grazie infinite anche a te per il graditissimo commento. Un caro saluto
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Lino Bertolas
- 09/04/2019 10:48:00
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Sentimenti forti eppure espressi in modo delicato. Un amare che non ha bisogno di essere gridato, ma solo bisbigliato. Bella!
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Gil
- 09/04/2019 06:40:00
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Linquietudine del cuore di memoria agostiniana, bene può segnare lorizzonte di questaltra "opera prima" (ogni piccolo gioiello, che affermasse una piccola svolta nella produzione creativa, qui poetica, di un autore, è un"operaprima", il segno evidente di unemergenza significativa, un senso nuovo di scrittura) e, con fine lettura esistenziale, ci dispiega il seme in noi nascosto della nostalgia, vera mozione interiore che appella quel "Tu", autentica vigilia del cuore che attende il leco sonora duna risposta; nostalgia perché appunto si tratta dello struggimento verso un ritorno, lintuzione che dallAmore veniamo e allAmore dellAltro da noi tendiamo, che può vedersi incarnato in un "tu" personale e particolare, lAdamo di Eva o viceversa, oppure ancora il "Tu" assoluto di Dio ovvero lAssoluto dellalterità, comunque tutto a ricordarci della nostracostituzione relazionale: siamo nella misura in cui un altro da noi e nostro amante (participio verbale), riconoscendoci come il proprio "tu", restituisce noi a noi stessi, ci svela, ci rivela. Un accadere del disvelamento dellAmore, in cui lapparire sorgivo dei due pronomi in reciproco riconoscimento, hanno quello stesso "pudore prima del sole", quellastessa timidezza dellalba che, nella sua luce ancora vergine, narradi sé la propria bellezza e dellattesa del giorno - un ritorno allOrigine - che la inabita. Dicevamo dell""opera prima": Trovo una maturazione della scrittura della Turra, sia nei suoi versi che nei suoi commenti, un tratto che rivela, a mio modesto parere, una più netta enunciazione, da un lato dei contenuti analizzati, dallaltro della propria soggettività poetica, mai confondere lio poetico dallio biografico, una soglia da non oltrepassare senza che il lettore vi sia invitato a farlo, cioè di una maggiore sicurezza di sé e delle proprie ragioni di scittura. Insomma, una Poetessa tra le più significative di questo (mio) presente poetico.
Dev.mo Tuo
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